L’innovazione della tecnologia LED UVC

 

  • Xlite-Fuocofreddo ha un’esperienza molto ampia nel settore del lighting, come siete approdati al mondo UV-C?

La nostra esperienza nel mondo del Led nasce da oltre 20 anni di continua ricerca, sviluppo e produzione nel mondo del lighting, ma contemporaneamente si è ricercato, inventato e prodotto sistemi a LED UVC per il mondo biomedicale. L’insieme di tali esperienze ci consentono oggi di dare supporto a tutti i clienti dei più svariati settori merceologici che abbiano bisogno di prodotti UVC e/o sviluppare soluzioni germicida per le loro attività.

  • Su quale principio si basa tale sanificazione?

I raggi UV hanno lunghezze d’onda che cadono nello spettro invisibile. La lunghezza d’onda della maggior parte dei Led utilizzati a scopo germicida si aggira intorno a 275 nanometri e hanno la capacità di intaccare il DNA dei microrganismi, dividendone i legami e bloccandone la capacità riproduttiva di virus, batteri, funghi, spore e lieviti 

  • I Led UV-C, in quali ambiti vengono usati?

La tecnologia UVC è nata circa un secolo fa e a partire dalla seconda guerra mondiale fu introdotta in centri di lavorazione, negli impianti di trattamento dell’acqua e in ambito sanitario. E’ rimasta a lungo un metodo di disinfezione di nicchia fino a quando negli ultimi decenni, l’avvento dei Led UVC, ha permesso di potersi adattare a molti utilizzi grazie alla versatilità di progettazione dei Led. Ad oggi gli UVC sono impiegati in tutti i settori e la situazione sanitaria mondiale dell’ultimo anno, sta aumentando esponenzialmente la richiesta.

  • Si possono trattare anche aria e acqua?

Assolutamente si, tutto può essere trattato. A seconda di ciò che si vuole trattare bisogna valutare vari parametri, quali: indice di riflessione, indice di rifrazione, indice di trasmissione, energia radiante, grado di disinfezione che si vuole raggiungere.

  • Questo tipo di sanificazione va utilizzata in associazione ad altre metodologie?

I prodotti chimici sono molto efficaci per la disinfezione e le pulizie profonde. Ma alcuni microrganismi sviluppano a lungo andare una resistenza chimica. Inoltre non tutti i materiali riescono a essere disinfettati con sostanze chimiche, basti pensare all’industria alimentare dove non si può rischiare di mettere i detergenti chimici a contatto con gli alimenti. Tutti questi svantaggi non sono presenti negli UV-C. Per la disinfezione la cosa migliore è una combinazione di più tecnologie. Perché per ottenere un risultato ottimale serve la pulizia manuale con prodotti chimici, ma con la combinazione di raggi UV-C è possibile usare disinfettanti meno aggressivi o utilizzarne quantitativi inferiori. La sanificazione UVC è sicura ed ecologica.

  • Anche all’estero risulta essere una metodologia di sanificazione diffusa come in Italia?

Certamente, possiamo vedere la tecnologia UVC negli aeroporti inglesi, negli autobus in Cina, nei depuratori d’acqua americani, negli aerei di linea svizzeri. Insomma in tantissimi altri stati sono già presenti, ma è una tecnologia che si sta espandendo in tutto il mondo, in tutti i settori.

  • La tecnologia UV-C è poco conosciuta al grande pubblico, a cosa bisogna fare attenzione? Come si riconosce un prodotto valido e soprattutto sicuro?

E’ una tecnologia poco conosciuta e ci troviamo in un momento di forte espansione a causa di una richiesta sempre maggiore. Sul mercato nell’ultimo anno abbiamo visto fiorire prodotti che millantano disinfezioni elevate a fronte di prezzi stracciati. Questi sono i primi prodotti da cui bisogna diffidare in quanto questa tecnologia ha un costo iniziale che viene ammortizzato nel tempo perché duratura e assicura consumi elettrici bassissimi. Ma l’aspetto che più ci preoccupa è la sicurezza di questi prodotti d’importazione buttati sul mercato end-user. Molto spesso non seguono i requisiti di sicurezza fotobiologica, e questo può rappresentare un pericolo per la salute dell’utilizzatore. I raggi UV-C infatti devono essere usati correttamente per far si che non siano dannosi per occhi e pelle. In ultimo, questi prodotti hanno potenze o lavorano con lunghezze d’onda inefficaci alla disinfezione. Il mio consiglio è di evitare di acquistare da siti di rivendita generici, scegliere prodotti marcati CE e preferire aziende italiane o europee che possano fornire dati tecnici, certificazioni e prove di laboratorio.

  • Voi producete Led UV-C, ma esistono anche lampade UV-C tradizionali, qual è la differenza?

Sono 2 sistemi totalmente differenti perché basate su tecnologie differenti. Le lampade UVC sono la vecchia tecnologia che sta scomparendo dal mercato. I Led UVC rappresentano l’evoluzione: i consumi elettrici (in alcune applicazioni) sono di 1/5 rispetto alle lampade, il tempo di vita in ore è molto superiore, i LED non soffrono l’accensione e lo spegnimento, l’accensione è immediata e non necessitano di tempo di riscaldamento come la lampada, non producono ozono, non contengono mercurio di difficile smaltimento,  e sono adattabili in tutte le installazioni.

  • Il Covid-19 come ha cambiato il mercato UV-C?

La pandemia da Sars-Cov2 ha stravolto in modo globale la vita personale e lavorativa di tutti. Noi abbiamo avuto richieste di ogni tipo in questi mesi: studi medici e dentistici che hanno necessità di sanificare l’aria delle sale d’attesa, i pomelli e le maniglie che toccano i pazienti, ottici che devono garantire la disinfezione dell’occhiale ad ogni cliente come i capi di abbigliamento nei negozi, tassisti, aziende di packaging, aziende alimentari, aziende per il settore beverage, aziende di impianti idraulici, società di produzione televisiva, fino ad arrivare a singoli utenti che vogliono essere tranquilli all’interno della loro abitazione. Questa emergenza sanitaria sta colpendo tutti i settori e ciò genera una forte richiesta.

  • Quando l’emergenza sarà finita, secondo lei si dovrà proseguire con la disinfezione con raggi UV-C?

Siamo tutti sconvolti dall’anno appena trascorso e penso che questa paura, incertezza, impotenza, attenzione esasperata, abbiano modificato il nostro modo di vivere e credo che ancora a lungo saremo condizionati dalla situazione contingente. Sicuramente ci saranno ambienti in cui tutto tornerà come prima ma molti altri in cui si dovranno garantire standard igienici più elevati, basti pensare al settore alberghiero e ricettivo, sportivo come palestre e spogliatoi, trasporti pubblici e privati, sanitario in generale. Penso pertanto che il mondo del Led UV-C continuerà a crescere grazie alla sempre maggiore richiesta, la gente ormai ha imparato a conoscere questa tecnologia e a fidarsi. Ci auguriamo che gli UVC possano rappresentare un incentivo alla ripartenza di tutti i settori fortemente colpiti dalla crisi economica

 

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